mercoledì 29 agosto 2012

Non riesco a pensare ad un titolo interessante.

C'era una volta una ragazza in vacanza.
Aveva mille interessi, faceva moltissime cose e aveva sempre un argomento di conversazione pronto.
Poi tornò in città.

Non so, è come se qualcosa si sia rotto.
Come se, all'improvviso, il mio cervello si fosse ingrigito e fosse entrato nella modalità robotica casa-ufficio-palestra-casa-nanna. O, per dirla à la française, metro-boulot-dodo non fosse che io la metro non la prendo neanche.

Sarà che quando arrivo a casa la sera non ho neanche la forza di pensare a che cosa mi piacerebbe fare, per non parlare del tempo zero a disposizione.

Com'è possibile che il genere umano si sia ficcato in questa situazione di vita alienante con le sue stesse mani?
Per carità, mi rendo conto che i problemi nella vita sono ben altri che un po' di routine di cui tutti siamo schiavi, però non posso fare a meno di domandarmi se sia la situazione giusta.

Magari sono solo un po' di seghe mentali a ruota libera dato che siamo in quel periodo del mese.

E comunque questo post fa schifo, ecco.

1 commento:

  1. infatti, sono d'accordo. siamo ingranaggi, solo rotelline che girano. Eppure le macchine che fanno tanto per noi, non dovrebbero toglierci lavoro invece di avvilirci? Bah.

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