lunedì 21 ottobre 2013

Puoi descrivere un'emozione?

Immagine presa dal web
E' difficile, per non dire impossibile, racchiudere in poche righe quello che mi è successo lo scorso weekend.
Perché è cominciato tutto circa un anno fa, quando ho scoperto di essere incinta.

Dopo neanche due ore dal test positivo, in preda al panico, che ho fatto?
L'ho detto ai miei? No. Ho chiamato la ginecologa? No (cioè si, ma dopo).
Mi sono iscritta ad un forum sull'argomento, di quelli che raccolgono tutte le future mamme in base alla data presunta del parto.
E lì, è cominciato un viaggio.
Un anno intero a scriverci, a parlare di qualsiasi cosa, dagli argomenti più stupidi (roba che neanche con le tue migliori amiche. Forse) a quelli più profondi.
Ci siamo sostenute nei momenti di crisi ("io ho 1,2 alla tn, andrà bene?" "Ma che palle la nausea!" "Sento un dolorino... che faccio, vado in pronto soccorso? E se mi prendono per pazza?"), siamo state unite come non mai quando sono cominciati i travagli, con picchi di 500 messaggi su Whatsapp in 5 minuti alle 2 del mattino, abbiamo gioito sinceramente in occasione delle nascite, eravamo lì durante i momenti di sconforto dei primi giorni a casa e anche quando i nani si svegliavano di notte. Magari anche ogni due stramaledettissime ore.

Una presenza costante, una specie di mano invisibile che sapevi sarebbe stata pronta a sollevarti in ogni momento.
Qualcuno con cui poter parlare liberamente di tutte, ma proprio tutte le paranoie pre e post pupo senza il timore di apparire noiosa o monotematica.
Sapere di significare qualcosa per qualcuno che magari vive a 800 km da te.

Ma sto divagando.
Lo scorso weekend abbiamo monopolizzato un piccolo agriturismo nella dura e pura campagna toscana e, finalmente, dopo un anno, ci siamo incontrate.
Non riesco a spiegare bene quello che ho provato quando le ho viste.
Perché se anche era vero che le incontravo quasi tutte per la prima volta, è stato come salutare delle amiche di lunga data. Naturalissimo parlare con loro, i loro bimbi e, si, anche con i mariti.
Un pochino di imbarazzo (almeno da parte mia che sono nordica fredda come il ghiaccio e ci metto un bel po' ad entrare in confidenza), ma subito stemperato da un paio di bicchieri di vino e qualche aneddoto ben assestato dalle giullari del gruppo.

Bello, intenso, troppo breve.
L'altra faccia dell'amicizia.
Un legame nato in un momento della mia vita che avrebbe potuto farmi sbandare alla grande.
Se sono rimasta più o meno in carreggiata, se ho resistito quando pensavo fra le lacrime: "Ma chi cazzo me l'ha fatto fare?" è anche grazie a voi.
Sapete chi siete.

Grazie.

L'attesa e la nascita di Pingu non sarebbero state le stesse. (E poi, con chi avrei chattato dalla sala parto???)

1 commento:

  1. E' sempre bello incontrare le persone con cui si è condiviso tanto via web...

    RispondiElimina