giovedì 2 agosto 2012

Di solitudine e barca a vela

Cosa si fa quando si è da soli in vacanza?
Potrebbero venire milioni di risposte, ma la realtà è, che appena ti ritrovi nella tua casa in un simpatico villaggio di pescatori sola con te stessa ti senti quasi un po' sperduta.
Dopo un anno passato in modalità centrifuga nel grigiore milanese, i ritmi scanditi incessantemente dalla sveglia delle 6.30 che non perdona, la pausa pranzo dalle 13 alle 14 e non un minuto di più, la cena da preparare, la casa da pulire, la spesa, la palestra perché bisogna rilassarsi, succede che ritrovarsi catapultati nel nulla più assoluto è un po' destabilizzante.
Ancora di più se, come nel mio caso, si sarà da soli per qualche giorno.

Ed è così che, piano piano, impari a svegliarti quando il tuo corpo è pronto e non perché l'ha deciso la sveglia o il tuo gatto.
Mangi quello che vuoi, all'ora che vuoi, dove vuoi.
Vogliamo mettere la libidine magna di sbocconcellare un pezzo di torta salata alle 18.45 per cena accampata sul letto con la tv accesa e una bottiglia di the freddo sul pavimento da bere a canna all'occorrenza?
Decidi che hai voglia di andare sulla spiaggia quando la gente ancora non c'è o quando tutti se ne stanno andando, fai una nuotata epica e alla fine ti butti sulla sabbia ascoltando il rumore del mare e dei gabbiani.
Questo è ricaricare le batterie.

Prima di ritrovarmi a parlare con i suddetti gabbiani per eccesso di solitudine e venir presa per pazza ecco che ho deciso di dare una botta di vita al mio soggiorno: mi sono iscritta a un corso di vela.
L'impavida Ale, in un momento di insana follia (non si può descrivere altrimenti, fidatevi) ha deciso di impiegare alcuni pomeriggi nell'apprendimento dell'arte velica.
Sono su una barca di 7,20 mt di cui non ricordo il modello, ma che negli anni 70 è stata la regina della regate nel Mediterraneo. Un pezzo vintage. Un'imbarcazione su cui - cito il mio maestro - impareremo i rudimenti della navigazione colombiana.
Si perché la metà dell'equipaggiamento presente sulla Lancillotto non esiste più sulle barche odierne.
Non abbiamo strozza randa o strozza fiocco. Le sartie ci hanno tatuato le braccia. Ho un livido viola a forma di mezza luna sul ginocchio destro dal primo giorno di corso.
Però.
La sensazione che si prova in mezzo al mare quando il vento gonfia le vele è indescrivibile.
Ci sei tu sulla barca, il vento, l'odore del mare e una sensazione di libertà talmente imponente che ne resti sopraffatto. E non vorresti più tornare a terra.

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