giovedì 12 aprile 2012

Happiness is...

Mi sono imbattuta in questo articolo proprio ieri.
Si parla delle priorità delle giovani donne, come al solito divise fra lavoro e carriera.

Chiara Alberti, che ha scritto questo pezzo, racconta di essersi trovata in contatto con delle coetanee a cui poco importa di crescere professionalmente. Preferiscono dedicarsi al ruolo di casalinga vecchio stampo: metto a mondo dei figli, li accudisco, mi occupo di casa e marito.

Anche io, come Chiara, faccio fatica a comprenderle. Insomma, una mia compagna di scuola è rimasta incinta a 18 anni e la sua vita si svolge come ho descritto poche righe fa.
Ai tempi ci ero rimasta di sale perché la domanda che continuava a rimbombarmi nella mente era: "Ma come può non avere altre aspettative?".
Eppure, incontrandola al supermercato con due bimbi scatenati, mentre riponeva la spesa nei sacchetti, trasmetteva una sensazione di quiete e felicità.
Tutto il contrario della sottoscritta che ai tempi era in preda alla nevrosi ho un esame fra due giorni aiuto non so niente e aveva riempito il suo carrello di snack più o meno sani su cui avventarsi in preda ad attacchi di fame nervosa.

Indubbiamente si tratta di caratteri: ci sono persone più o meno irrequiete, chi si rende conto da subito di che cosa vuole nella vita (massima stima e tanta invidia) e chi si ritrova un poco succube dello stereotipo del "sei giovane, hai studiato, forza, devi dare il massimo".
Ed è lì che ti ritrovi a schiacciare l'acceleratore senza sapere bene dove stai andando e, soprattutto, senza ascoltarti più di tanto, non fosse altro per capire se la direzione in cui stai viaggiando è quella che realmente vuoi.

In un certo senso mi piacerebbe essere come quelle donne: felici con quello che hanno senza troppi struggimenti per una promozione che non arriva o sempre in bilico fra un contratto precario e l'altro.
O forse sarebbe ancora più bello avere il tempo e la possibilità di ascoltarmi realmente, con la consapevolezza che, se davvero lo volessi, potrei mollare tutto, trasferirmi in una casa sulla spiaggia con mio marito e il mio gatto, aprire una biblioteca con Starbucks incorporato e vivere felice, ascoltando il rumore del mare.


1 commento:

  1. guarda, per la biblioteca hai un potenziale aiutante: ME!!! ;-)

    Sono dell'idea che il pi grande errore della nostra vita sia fare un lavoro che non ci piace.
    Se ti piace fare la casalinga, fai la casalinga. Se ti piace dirigere una orchestra, fai quello e fino in fondo.

    Ma spesso noi donne ci ingabbiamo in ruoli che non ci sentiamo nostri, per un senso di responsabilità inculcatoci o genetico o non so.

    Vorrei molte donne libere di scegliere. Invece molto spesso non è così.

    RispondiElimina