martedì 1 novembre 2011

Turning back time

Si potrebbe dire che questo sia stato il ponte dei ricordi. Roba che la madeleine di Proust ce la si mangia a colazione in un sol boccone.

Si comincia con la storia di una casa di campagna. 
Una casa grande, d'altri tempi, di quelle ancora con l'orto e le stalle, in cui ho trascorso due o tre estati da bambina. In realtà ero così piccina che non me la ricordo proprio tutta, ma solo le zone in cui trascorrevo la maggior parte delle mie giornate, vale a dire il giardino e tutti i posti in cui si suppone non vadano le bambine per bene.

Questa villa è stata venduta quasi 30 anni fa, ma purtroppo è finita nelle mani di persone che non sono riuscite a mantenerla in vita. Ora è di proprietà delle banche. Ed è un rudere.
Siamo riusciti ad entrare da una breccia fra gli alberi del viale d'ingresso, incuranti del cartello che campeggiava sul cancello con la scritta "Edificio pericolante".

Ragazzi, che botta.

Non credo ci siano parole che possano descrivere come mi sono sentita mentre passeggiavo nelle stanze della casa cercando di ricordarmi com'era tanti anni fa. Le scale di pietra che portavano ai piani superiori sono sparite lasciando spazio a dei freddi blocchi di cemento, la ringhiera è un pezzo di legno pieno di schegge. Il camino che c'era in cucina ora è solo un ricordo, come pure quegli enormi vasi di oleandri nel cortile sul retro che mi divertivo ad innaffiare con la canna verde.
L'aia è in uno stato desolante, il muretto e la porta d'ingresso sono soffocati da una moltitudine di piante rampicanti. Il perno della meridiana sulla parte più alta della casa si è rotto. L'orto da cui mi ostinavo a raccogliere i pomodori verdi scatenando le ire di mia nonna non c'è più. 
Sapere che questa casa bellissima è destinata a scomparire così, senza colpo ferire, mi fa sentire impotente, mi fa stare male. Indipendentemente dal valore affettivo è un edificio bellissimo che dovrebbe essere mantenuto vivo in qualunque modo.

Ma passiamo ad argomenti più lieti.

Dovete sapere che io sono cresciuta a pane, amore e fantasia Racconta Storie.
Si tratta di una raccolta di storie che spaziano dai grandi classici a racconti più diversi corredati di audiocassetta gialla.
Insomma, cerca che ti cerca su internet li ho trovati.
La mitica Susy li ha raccolti e pubblicati sul suo sito. Fatevi un giro, che ve li ricordiate o no, che abbiate bambini o per vostro piacere personale.

Personalmente ho passato buona parte del weekend a riascoltarli ed è stato meraviglioso. Un momento Amarcord di considerevole intensità.

Credo di aver capito solo in quel momento che cosa intendesse realmente Proust con quella sua dannata madeleine.

2 commenti:

  1. questi weekend fanno bene all'anima!

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  2. anche io adoravo le storie da ascoltare nel mangianastri: avevo una serie di cassette dei budini elah con tutte le favole che avrò ascoltato milioni di volte!

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