sabato 19 novembre 2011

Goodbye.

Mi hai insegnato a guidare. 
Nonostante mi sia persa un numero incalcolabile di volte, mi hai sempre riportato sana e salva a casa.
Mi hai visto ridere, piangere, esultare, amare, cantare, gridare, arrabbiarmi, sorridere fino a rischiare il blocco della mascella.
Con te ho vissuto la prima multa, la prima strada innevata, il primo tamponamento, la prima batteria a terra sotto la pioggia arrivando in ritardo a dare un esame all'università. 
Quando gli altri ti chiamavano "la macchina del nonno" o "il catorcio senza servosterzo" mi sentivo punta nel vivo, come se offendessero me personalmente.
Perché sei stata e sempre  sarai il mio Super Bolide.

E, anche se so che razionalmente venderti sia la scelta più sensata, all'emotività non si comanda.
In molti potrebbero pensare che una reazione come questa sia esagerata per un'automobile, ma non mi importa.

Ciao ciao piccola grande Opel.

E grazie di tutto.

2 commenti:

  1. anche io ho avuto per tanti anni una Opel...poi però ha finito il suo onorato servizio, povera!

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  2. Anche io quando ho venduto la mia Tina, mi son lasciata andare ai sentimentalismi!
    Ero all'estero, in acque torbide, perciò ho deciso di venderla, complice l'efficienza dei trasporti pubblici. Ho incaricato una persona di mettere l'annuncio, contrattare e riscuotere. Sembrava tutto a posto, finché.. non sono tornata in ferie e ho visto il vuoto lasciato dalla mia auto nella mia vita: non era più lì dove avevo lasciato la gran parte delle mie cose. Non era una semplice questione di trasporti pubblici meno efficienti, era un pezzo di me, della mia vita, dei ricordi dei miei viaggi in auto con il cd giusto nell'autoradio, della mia indipendenza!!
    Un lutto rielaborato col tempo...

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