lunedì 26 settembre 2011

Solo tre parole: Milan Fashion Week

- 1 all'alba.
Ovvero alla fine della patinatissima e superglamourous fashion week.

Non vi racconterò quello che si può leggere su internet o vedere alla tivù perché è cosa già nota.
Ciò che si può solo immaginare e su cui sarebbe carino scrivere un libro o farci un film è il dietro le quinte dei comuni mortali.

Il nostro personalissimo backstage. Che credo si possa riassumere in alcuni punti, in ordine sparso, da non ritenersi assolutamente esaustivi di tutti gli accadimenti all'interno della fucina della moda.

1. Gente che, a due uffici di distanza, si ostina a parlarsi ad alta voce e non al telefono. Per più di 5 minuti.

2. Portarsi il telefono in bagno è pratica comune e approvata.

3. Il multitasking ci fa un baffo. anzi, due.

4. E-mail inviate ad orari improponibili.

5. Portarsi una valigia di trucchi per prepararsi a un paio d'ore di lavoro in sfilata. Sul retro. Davanti alla porta di servizio.

6. Spostarsi dal punto A al punto B (400 metri totali) con due paia di scarpe perché quelle di rappresentanza ti stanno triturando i piedi.

7. Tentare di spostarsi dal punto A al punto B con passo vagamente aggraziato nonostante la confortevolissima calzatura.

8. Una volta arrivati al punto B, posizionarsi tatticamente dietro il bancone e svolgere le proprie mansioni a piedi nudi. Si, è sempre colpa della famigerata pelle di anguilla/pitone/rettile sconosciuto e molto esotico che strit... ehm avvolge dolcemente i piedi

9. Rassegnarsi ad ore di sonno estremamente ridotte o ad un azzeramento totale della propria vita sociale (per recuperare le ore di sonno).

Si potrebbe andare avanti all'infinito, ve lo garantisco.
Tuttavia, dato che propendo per l'opzione 9 bis, mi attendono cena/lavare i piatti/lavare me e letto.

Perché domani... finisce!!!

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