lunedì 26 settembre 2011

Libri che lasciano il segno

Ci sono tante categorie di libri.
Quelli che ti obbligano a leggere, quelli che divori tutto d'un fiato, ma che ti scordi dopo 5 minuti, quelli che leggi a puntate, quelli che inizi, ma non finirai mai, quelli che pensavi fossero belli, ma che si sono rivelati un disastro, quelli a cui non avresti dato un centesimo, ma che finiscono per farti innamorare.

Come questo.

Ai tempi in cui è uscito pensavo fosse una storia di vampiri, simil Twilight.
Quindi, senza preoccuparmi di leggere la trama e forte della mia convinzione, mi sono detta: "Ancora vampiri? Ma che si trovassero un altro spunto per scrivere un libro!"
Così non l'ho letto. Fino ad oggi. O meglio, ieri quando l'ho finito.

Più che la trama, che si può trovare un po' dappertutto, voglio condividere con voi qualche passo.
L'autore è stato grande, perché è riuscito a ritrasmettere le sensazioni che si provano intorno ai 16 anni, quando ti senti invincibile e il momento dopo sottoterra.

Ma basta, ho detto troppo. La parola ad Alessandro D'Avenia.

[...] Non ho paura di nulla io. Faccio il liceo classico. Così hanno voluto i miei. Io non avevo idea. La mamma ha fatto il classico. Papà ha fatto il classico. La nonna è il classico fatto persona. Solo il nostro cane non lo ha fatto.
Ti apre la mente, ti dà orizzonti, ti struttura il pensiero, ti rende elastico...
E ti rompe le palle dalla mattina alla sera. [...]
Il greco è la verdura della scuola. Amara e utile solo al transito intestinale, cioè a fartela sotto il giorno dell'interrogazione... [...]

Grandi risate si alternano a momenti di riflessione e di profonda tristezza. In fondo è vero: da adolescenti sembra di vivere perennemente su un'altalena sempre in movimento. E D'Avenia è riuscito a risvegliare tutte queste sensazioni, una per una.

1 commento:

  1. ho amato alla follia questo libro quando l'ho letto!!

    ora non vedo l'ora che esca il suo prossimo romanzo!

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