martedì 18 giugno 2013

E alla fine...

...sei arrivato. Di notte - buia e tempestosa per rispettare i migliori cliché letterari.
Sei arrivato quando avevo deciso che tanto era inutile intestardirsi perché avresti fatto come avresti voluto tu. Hai lasciato che io e il tuo papà ci godessimo l'ultimo brunch domenicale a due e poi è cominciato tutto.
Se ci ripenso, a 8 giorni di distanza, quasi non mi sembra che sia capitato a me.
Ero io su quel lettino? E' stato sul mio petto che ti hanno appoggiato una volta nato?
Ho davvero sentito tutto quel male o me lo sono immaginato?

Ad ogni modo, sono passati pochi giorni, e mi sembra di essere sulle montagne russe a ciclo continuo.

Facciamo un breve riepilogo:

In una settimana hai deciso che, oltre al reparto di ostetricia, avevi voglia di farti un giro in terapia intensiva dopo essere tornato a casa.
E' vero, i medici e gli infermieri erano fantastici, ma saremmo potuti uscire per un caffè: lo spavento che ho preso me lo sarei pure evitato.
Ti dò atto però che ti sei goduto un super trattamento e sei stato coccolato da tutti.

Quanto a me, sto rivedendo la mia lista di priorità.
Dormire vince su tutto. 
Sul mangiare, sul bere, sul lavarsi (ahimé), sulla cura della casa e tutto il resto.
E' incredibile come riesca ad entrare in stato catatonico non appena vedo che dormi da più di 10 minuti.
E ora, anche due ore di sonno in orari a caso, mi fanno sentire un leone.

Sto iniziando vagamente a capire come funzioni, per cui so che al primo nghè devo schizzare a far bollire l'acqua per prepararti il latte, mentre quest'ultimo si raffredda posso cambiarti il pannolino (operazione che detesti dal profondo del tuo essere) e poi darti da mangiare.
Seguono ruttino degno dei migliori scaricatori di porto o bevitori di coca cola, un po' di coccole e poi sdraietta o nanna.
Il problema è che tendi a preferire la nanna di giorno e la sdraietta di notte, ma ci lavoreremo.

Quello che non mi aspettavo è la forza del legame che sento nei tuoi confronti.
Ha dell'incredibile, roba che se non ci passi non puoi capire.
I tuoi occhi poi. Sanno di infinito, come se racchiudessero tutta la saggezza del mondo.
Quando ti guardo mi sembra impossibile di essere stata io, con il tuo papà, a generarti e a metterti al mondo.

Picci, che cosa mi hai fatto? :)

2 commenti: